In questi giorni si sta discutendo molto sull’utilità di aree cani nel Comune di Giaveno.
Diciamo subito che un’area cani serve, a condizione che venga concepita, realizzata e gestita in modo da soddisfare le esigenze di cani e umani, e che sia congiunta ad iniziative tese a farne accettare l’esistenza.
Un’area cani non può e non deve essere un campo assolato, spoglio, isolato nel nulla, delimitato da un recinto; una roba del genere non è un’area cani, ha scarsa o nulla utilità, non invoglia per niente a frequentarla, diventa in breve tempo un cimitero di cacche.
Un’area cani deve essere un luogo attraente in un contesto comodo e piacevole, vicina ad altre attività come ad esempio un parco pubblico; ci devono essere degli alberi per riparare dal sole, delle panchine e dei tavoli per sedersi e fare eventualmente un picnic, deve essere dotata di fontana per l’acqua e di un numero adeguato di cestini per la raccolta delle deiezioni; l’ambiente deve essere “attrattivo” anche per i cani, con cespugli, nascondigli, terreno movimentato, al fine di stimolare l’esplorazione, le gerarchie e rituali sociali che sono alla base del comportamento del cane.
L’area cani serve a far sgambare i cani, naturalmente, ma serve soprattutto ai cani e ai loro umani ad intessere delle relazioni intra ed inter specifiche; è un luogo di aggregazione, di educazione, di conoscenza, di tolleranza. Le persone devono essere educate a frequentarla, consapevoli delle regole che vigono al suo interno. I cani a loro volta devono essere educati da persone educate, perché non sono tollerabili cani aggressivi o umani maleducati, intolleranti, violenti.
Naturalmente non possono e non devono essere previste suddivisioni per tipologie, razze, dimensioni, profili caratteriali, perché sono ghettizzanti: tutti i cani educati e correttamente socializzati possono entrare, tutti i cani aggressivi o non socializzati non possono accedervi.
In relazione a ciò devono essere previste delle attività collaterali sulla corretta educazione e relazione uomo-cane e sulla prevenzione dei problemi legati all’aggressività canina.
Insomma, c’è da lavorare