Il cucciolo considera la famiglia adottiva alla stregua di un vero e proprio branco. Il distacco dal gruppo originario è sempre traumatico ed è pertanto necessario assicurare al nuovo arrivato un “sostituto materno” che garantisca cibo ma soprattutto affetto e conforto. Il piccolo ha una sorta di predisposizione genetica a inserirsi nel nuovo branco composto perlopiù da umani e si adatterà velocemente, a condizione che siano trasmessi stimoli adeguati e che vengano rispettati le regole sociali, i rituali e le gerarchie caratteristici della specie.
Durante i primi giorni il cucciolo ha soprattutto bisogno di tranquillità, quindi non bisogna commettere l’errore di soffocarlo di coccole e attenzioni oppure di stimolarlo eccessivamente chiamando a raccolta parenti e amici per presentare il nuovo arrivato. Allo stesso modo nel primo periodo non si deve insistere su una socializzazione troppo pressante, privilegiando invece il contesto familiare e una certa routine. E’ molto importante procedere per gradi: al cucciolo va lasciato il tempo di “digerire” un particolare ambiente prima di esporlo a ulteriori stimoli, in modo da permettergli la costruzione di una mappa mentale del mondo basata sulla fiducia e sulla sicurezza.
Per prima cosa dovremo scegliere lo spazio della casa dove predisporre la cuccia ovvero il luogo che il cane eleggerà come zona di riposo. Il tappetino, la brandina o il kennel vanno sistemati in zone defilate che tuttavia non creino isolamento. Se la vita famigliare si svolge soprattutto nella zona pranzo, la cuccia verrà sistemata lì, in un angolo di scarso passaggio; viceversa se si utilizza prevalentemente il salotto, si sceglierà questo come zona riposo. Per il cane la cuccia rappresenta il luogo protetto, dove nessuno dovrebbe avvicinarsi poiché in origine mamma lupa vi confinava i lupacchiotti per proteggerli dalle lotte gerarchiche dei membri adulti del branco; pertanto sarà buona norma per noi umani di rispettarne la privacy; se vogliamo interagire con un cucciolo che sta riposando sul suo tappetino, anche solo per fargli le coccole, è bene chiamarlo a noi in una zona diversa della casa.
Uno dei problemi di maggior impatto emotivo per i proprietari del nuovo arrivato è certamente quello dei bisognini. E’ assolutamente normale che per alcuni giorni il piccolo sporchi in casa; ciò è dovuto al fatto che le mura domestiche sono riconosciute come luogo sicuro mentre il giardino o la strada, specie se molto battuti da altri animali, rappresentano un’incognita a causa degli odori sociali emessi con feci e urine. E’ necessario quindi armarsi di ottimismo e sana pazienza e non lasciarsi condizionare negativamente dall’apparente difficoltà: innanzitutto non dobbiamo “ritualizzare” sistematicamente l’evento cacca-pipì, cioè correre a pulire non appena il piccolo fa i suoi bisognini in varie parti della casa; altrimenti il cane avrà vita facile nell’associare le sue evacuazioni con le nostre assidue premure e sarà portato a riproporre e a ritualizzare tale evento. L’approccio corretto da parte nostra è quello di ignorare le eliminazioni casalinghe e pulire solo quando il cucciolo si sarà allontanato e si troverà impegnato in altra attività. Viceversa saremo pronti a festeggiarlo, anche con una certa enfasi, nel momento in cui inizierà a fare i bisognini all’esterno; le prime volte potremo anche rinforzare l’atto di evacuare correttamente con un bocconcino gustoso mentre in seguito sarà sufficiente un “bravo” detto con serenità.
Una nostra condotta come quella descritta sopra, riferita nello specifico caso ai bisognini, è “coerente” con i dettami della corretta educazione: si premia sempre un buon comportamento del cane, s’ignora sempre un comportamento sgradito.
Nella prossima puntata affronteremo il discorso delle “basi educative”; a presto!